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MUSSOLINI: FU PERTINI A ORDINARNE L'ELIMINAZIONE, L'ONESTA TESTIMONIANZA/DENUNCIA DI UN ALTRO SOCIALISTA: STEFANO SURACE

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Basileus_I
view post Posted on 2/12/2010, 14:52




PERTINI ORDINO' L'UCCISIONE DI MUSSOLINI



pertini



Navigando casualmente in internet, mi sono imbattuto in questo link: , in cui si riporta una importante testimonianza/denuncia sull'ancora misteriosa morte di Benito Mussolini, su chi la volle a tutti i costi, sul perchè lo si volesse eliminare, sulle modalità di esecuzione. Ne esce un nuovo estratto storico, non molto dissimile da certe vili azioni stampo politico/mafioso, che denuncia lo schifo ideale dal quale prese le mosse questa Repubblica, come oggi la viviamo noi in Italia.
Ma chi pronuncia questa grave accusa? Non si tratta di un revanscista, di un nostalgico, di un negazionista o revisionista. Ma di un noto personaggio del Partito Socialista italiano, tal Stefano Surace, autore del libro "Caro Pertini..." (premiato nel 1982 da una giuria di giornalisti come"miglior libro dell'anno") già direttore del periodico "Socialismo" e residente per vari anni a Parigi.
Alcuni anni fa (era il 1985) il sig. Surace si decise ad intervenire in risposta ad un articolo comparso su "Le Monde", il più autorevole quotidiano francese, dal titolo "Qurant'anni fa, l'esecuzione sommaria di Mussolini" firmato Jacques Nobécourt, capo dei servizi esteri. Con una lettera inviata a Nobécourt ed al direttore del quotidiano André Fontaine, lo scrittore italiano, rilevando nell'articolo diverse inesattezze storiche, così testualmente rispose:

benito-mussolini-18_zoom



Caro Nobécourt,

ho avuto solo ieri occasione di leggere su "Le Monde" del 29 aprile scorso
il tuo pregevole articolo "Il y a quarante ans, l'execution sommaire de
Mussolini"; e poiché si tratta di un articolo dichiaratamente storico, e
contiene qualche inesattezza, credo che i lettori del vostro giornale
abbiano diritto a delle precisazioni, per obiettività e completezza
d'informazione.

In quell'articolo, in effetti, si afferma fra l'altro:

1. che ad ordinare l'uccisione di Mussolini fu il "comitato insurrezionale"
partigiano, e cioè un triunvirato formato da Luigi Longo (comunista), Sandro
Pertini (socialista) e Leo Valiani (del Partito d'Azione), ma che il ruolo
determinante, in questa faccenda, lo ebbe verosimilmente Luigi Longo;

2. che il giorno dopo l'"esecuzione", il 29 aprile 1945, i cadaveri di
Mussolini, Claretta Petacci e degli altri "giustiziati", che erano stati
appesi per i piedi alle rampe di una pompa di benzina a piazzale Loreto a
Milano, vi furono staccati per ordine di Pertini;

3. che quell'esecuzione (realizzata materialmente da un gruppo di partigiani
capeggiati da Walter Audisio, detto Colonnello Valerio) ebbe comunque il
consenso più o meno tacito di tutti i partners del gioco politico dell'epoca
comprese le destre, il Generale Cadorna (comandante militare delle forze
partigiane) e lo stesso Pietro Nenni, già amico di Mussolini ma poi
diventato suo avversario e ormai diviso da lui da troppo sangue versato. E,
in definitiva, che ebbe anche il consenso di inglesi e americani;

4. che in particolare gli americani avevano sì mandato tre missioni per
recuperare Mussolini, ma senza fretta. E gli inglesi non si erano affatto
curati del Duce;

5. che tutti costoro preferirono che Mussolini fosse ucciso sommariamente
piuttosto che processato, poiché si sarebbe trattato di un processo più che
a lui, alla politica italiana degli ultimi venti anni; e dunque il Duce ne
poteva uscire ben vivo, e magari riabilitato, come ti aveva a suo tempo
dichiarato lo stesso Longo ("Se non l'avessimo giustiziato sarebbe stato,
due ore dopo, nelle mani degli americani e vivrebbe oggi con un pensione di
ex-Presidente del Consiglio").


Al riguardo debbo osservare:


1. per l'ordine di uccidere Mussolini, più che Longo fu determinante Pertini
in quanto rappresentava il Partito Socialista, all'epoca la più importante
fra le forze politiche della Resistenza italiana. In questo partito lui
aveva un peso decisivo che gli aveva consentito, ad esempio, di essere
determinante -e questo lo riconosci nel tuo articolo- anche nel rifiuto
della proposta, avanzata da Mussolini, di trasferire i suoi poteri al
Partito Socialista. Più precisamente, Pertini diede a Walter Audisio
l'ordine perentorio di recarsi a Dongo con un gruppo di uomini scelti con
cura, farsi consegnare Mussolini e i gerarchi catturati e ucciderli a tutti
i costi prima che qualcuno potesse impedirlo. Siccome però i partigiani che
avevano catturato il Duce erano riluttanti a cederlo (intendevano
consegnarlo direttamente agli Alleati, secondo le istruzioni che da tempo
costoro avevano diffuso largamente e ripetutamente fra i partigiani) Audisio
doveva ingannarli, facendo loro credere che avrebbe condotto i prigionieri
appunto dagli alleati. Audisio si presentò ai partigiani di Dongo esibendo
un ordine scritto firmato da Pertini, di consegnarli Mussolini e gli altri.
Quei partigiani in un primo tempo rifiutarono, ma Audisio riuscì alla fine a
convincerli, ribadendo che avrebbe condotto Mussolini dagli Alleati senza
torcergli un capello. Invece quando lo ebbe nelle mani, dopo pochi
chilometri -precisamente a Giulino di Mezzegra- lui e gli altri del suo
"commando" lo uccisero (o, come tu scrivi, lo massacrarono) insieme agli
altri prigionieri, secondo gli ordini di Pertini. Tutto questo è confermato
da numerose fonti ben degne di fede, e concordanti. Mi limito qui ad
indicarne una, particolarmente qualificata: la M.O. della Resistenza
Giovanni Pesce, tuttora vivente, e il suo libro "Quando cessarono gli spari"
pubblicato anni fa dalla Feltrinelli, che queste circostanze narra nei
dettagli senza mai essere state smentite.

2. Quell'uccisione non ebbe affatto il consenso generale, tutt'altro.
Nessuno dei leaders occidentali e ben pochi dei capi partigiani la volevano,
non confondendo certo il Duce con Hitler. Gli Alleati non si erano affatto
disinteressati della sorte di Mussolini. In particolare gli americani, oltre
ad inviare le tre missioni di cui tu parli, avevano diramato in lungo e in
largo, fra i partigiani italiani, l'istruzione precisa che nel caso lo
avessero catturato dovevano consegnarlo direttamente, e ben vivo, agli
Alleati. Gli Alleati riconoscevano in effetti a Mussolini -come perfino ai
criminali di guerra nazisti- il diritto a un processo. E in quello che si
farò, a Norimberga, fra gli imputati era previsto anche lui, come precisa
fra gli altri lo storico Silvio Bertoldi che nel suo "Norimberga: guai ai
vinti" (pubblicato anche come supplemento al n. 14/85 del settimanale
"Oggi") scrive: "A Norimberga avrebbe dovuto esserci anche Mussolini".
Chiaro che, essendoci una bella differenza fra il Duce e i criminali di
guerra nazisti, era probabile che lui da quel processo sarebbe uscito vivo,
e magari "riabilitato" in tutto o in parte, come ti confermò Longo.

3. Quanto a Nenni, e a tanti altri capi antifascisti, non solo non diedero
il loro consenso all'uccisione di Mussolini, ma non perdoneranno mai a
Pertini quell'"esecuzione" che giudicavano di una degradante vigliaccheria.
Tanto più che, se Pertini era vivo e sano, lo doveva in gran parte proprio a
Mussolini. Quando difatti era stato a sua volta -alti e bassi della vita-
nelle mani del Duce (era stato arrestato e condannato per cospirazione
contro lo Stato) Pertini era gravemente ammalato di tubercolosi, malattia da
cui all'epoca difficilmente si guariva da liberi, e figurarsi in prigione.
Sarebbe stato facile dunque a Mussolini eliminare definitivamente questo suo
accanito nemico, poiché nessuno si sarebbe sorpreso se in carcere la
malattia avesse seguito il suo corso abituale, e magari Pertini fosse
deceduto. E invece il Duce (sollecitato da Nenni, suo vecchio amico e
conterraneo, anche se diventato suo avversario politico) gli fece fare cure
così assidue ed efficaci da guarirlo completamente, al punto che Pertini è
arrivato all'attuale età in condizioni di salute ed efficienza eccezionali.
La galera non è un grande albergo e, se vi si entra sani, dopo un lungo
soggiorno si esce quasi sempre malati se non -come suol dirsi- "coi piedi in
avanti". A Pertini invece successe esattamente il contrario: entrò
gravemente malato e uscì, dopo quattordici anni, ben sano. Se quindi è
potuto arrivare a quest'età e diventare Presidente della Repubblica lo deve,
piaccia o no, alle cure che Mussolini gli aveva fatto fare non immaginando
certo che, una quindicina d'anni dopo, proprio lui lo avrebbe fatto uccidere
senza pietà. Ma Nenni non fu certo il solo ad indignarsi per quel massacro.
Furono davvero in tanti: Ferruccio Parri, per citarne uno -che sarà poi a
capo dei primi Governi dopo la Liberazione- lo definì "una macelleria
messicana", come riporta fra gli altri Mario Cervi.

4. Anche per l'esposizione di piazzale Loreto -che resta tuttora una macchia
per la nostra Resistenza, e tanto ha danneggiato l'immagine
dell'antifascismo e del popolo italiano- Pertini fu determinante. Pur
volendo supporre che non abbia ordinato precisamente di appendere quei
cadaveri per i piedi in quel piazzale (cosa comunque difficile da escludere
avendo lui concepito e pilotato fin dall'inizio l'"operazione massacro") non
c'è dubbio che senza l'esecuzione non ci sarebbe potuta essere neanche
l'esposizione. Vero è che lui ha poi cercato di giustificarsi sostenendo di
essere intervenuto per farla finire. Ma in realtà ad intervenire, più che
lui, fu Pietro Nenni, proprio nei suoi confronti e in modo durissimo. E così
Pertini dovette muoversi a farli staccare, quei corpi, ma non lo fece certo
a gran velocità, vista l'ulteriore durata dello spettacolo. Si tratta di un
dettaglio ben conosciuto da chi visse da vicino queste cose, e mi consta
personalmente poiché sono stato socio, in una casa editrice, proprio di
colui che -a quel tempo ufficiale partigiano e tuttora ben vivo- aveva tolto
materialmente i cadaveri da piazzale Loreto portandoli in luogo non esposto.
Non bisogna dimenticare inoltre l'intervento del Cardinale di Milano
Ildefonso Schuster, che in quei giorni si era interessato perchè Mussolini
si consegnasse spontaneamente, con garanzia della vita. Costui affermò:
"Solo i barbari possono permettersi simili gesta" e si affrettò ad
adoperarsi presso il comando partigiano perchè lo spettacolo avesse fine;
come testimonia fra gli altri Monsignor Angelo Majo, arciprete del Duomo di
Milano.

5. Pertini fece dunque uccidere Mussolini contro la volontà degli Alleati e
della gran parte dei capi della Resistenza, ingannando quegli stessi suoi
compagni partigiani che avevano catturato il Duce e volevano che restasse
ben vivo.

6. Sul perchè Pertini avesse tanta fretta di uccidere Mussolini, che gli
aveva salvata la vita e la salute, c'è da considerare che all'epoca molti
pensavano, a torto o a ragione, che gli Alleati intendevano rimettere il
Duce al vertice dello Stato italiano, sia pure con poteri limitati (come si
regolarono ad esempio per il Giappone). Ma ciò avrebbe impedito che quella
carica andasse invece (come in Jugoslavia per Tito e in Cina per Mao Tse
Tung) a un capo partigiano, fra i quali uno dei favoriti era appunto
Pertini. C'è poi il mistero dell'oro di Dongo, cioè del tesoro della
Repubblica di Salò che Mussolini aveva con sé quando fu catturato, e che
scomparve come nebbia al sole. Mistero che non sarebbe stato tale se Pertini
non avesse fatto uccidere Mussolini. Quanti hanno cercato di testimoniare su
quella sparizione sono stati tutti, a loro volta, "misteriosamente" uccisi.

7. Comunque Nenni non perdonerà mai il massacro del Duce, e finché lui ebbe
peso nella vita politica italiana (e cioè fino ad una decina d'anni fa,
prima che l'età lo prostrasse) Pertini fu condannato ad una specie di
emarginazione tacita nel Partito Socialista e nella vita politica italiana,
tanto da non avere incarichi politici di rilievo, neanche di semplice
ministro. Era solo, in pratica, l'uomo politico più rappresentativo di
Savona e della sezione socialista di quella città. Sezione che tuttavia -è
emerso poi- è assai ben piazzata per avere la palma della più corrotta fra
le sezioni provinciali di tutti i partiti politici italiani, compresa la
Democrazia Cristiana; visto che diverse decine di suoi esponenti, dirigenti
e membri sono stati messi in prigione o, comunque, incriminati per
intrallazzi particolarmente vasti (caso Teardi). Solo quando Nenni,
invecchiato, perse autorità, Pertini poté riemergere ed avere la carica di
Presidente della Camera, da cui è poi passato a Presidente della Repubblica
raggiungendo finalmente il vertice dello Stato, sia pure con tre decenni di
ritardo. E quando, dopo qualche tempo, qualcuno ventilò l'opportunità di una
sua dimissione, Pertini replicò: "Hic manebo optime". Esattamente come aveva
risposto a suo tempo Mussolini...


Tutto ciò può sorprendere chi è abituato all'immagine agiografica di Pertini
abitualmente diffusa dai mass media, in Italia e altrove. Ma questa
immagine, che pare messa a punto con estrema cura, si spiega considerando i
potenti e vasti interessi che si servono di essa come efficace copertura dei
gravissimi abusi che prosperano in Italia su vasta scala.

Ma la realtà storica -ed io sono il primo a dispiacermene come italiano- è
ben diversa, e non a caso ha reso improponibile l'assegnazione a Pertini di
un premio Nobel per la pace, che pure era stata ventilata; o che fosse lui a
celebrare, con un discorso ufficiale al Parlamento europeo, la fine della
guerra e la riconciliazione generale...

Il più bello è che poi Pertini si prende la libertà di definire "assassino"
uno come Scalzone che, fino a prova contraria, non ha mai ucciso nessuno, e
del resto non è mai stato incolpato di questo. Che cosa fu, quello di
Pertini ai danni di Mussolini, se non l'assassinio "politico" di un
prigioniero indifeso? Il quale, per di più, quando lo aveva avuto a sua
volta in suo potere gli aveva salvato la vita e la salute, facendolo curare
come lui stesso non aveva saputo fare?

E' giusto che i lettori de "Le Monde" queste cose vengano a saperle, appunto
per obiettività e completezza di informazione.

Con vive cordialità.


Stefano Surace



Mussolini-giustiziato-Avanti mussolini_petacci_morte_2 benito_mussolini03



Da parte sua, Sandro Pertini si limitò a ricordare solo quanto segue:


”Quando mi dissero che il cadavere di Mussolini era stato portato a piazzale Loreto, corsi con mia moglie e Filippo Carpi. I corpi non erano appesi. Stavano per terra e la folla ci sputava sopra, urlando. Mi feci riconoscere e mi arrabbiai: «Tenete indietro la folla!». Poi andai al CLN e dissi che era una cosa indegna: giustizia era stata fatta, dunque non si doveva fare scempio dei cadaveri. Mi dettero tutti ragione: Salvadori, Marazza, Arpesani, Sereni, Longo, Valiani, tutti. E si precipitarono a piazzale Loreto, con me, per porre fine allo scempio. Ma i corpi, nel frattempo, erano già stati appesi al distributore della benzina. Così ordinai che fossero rimossi e portati alla morgue. Io, il nemico, lo combatto quando è vivo e non quando è morto. Lo combatto quando è in piedi e non quando giace per terra“
. (Sandro Pertini)



Edited by Basileus_I - 7/8/2014, 10:15
 
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sperminetor1991
view post Posted on 2/12/2010, 15:28




Colui il quale diede quell'ordine dev'essere elvato come eroe nazionale.
 
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Basileus_I
view post Posted on 2/12/2010, 15:58




CITAZIONE (sperminetor1991 @ 2/12/2010, 15:28) 
Colui il quale diede quell'ordine dev'essere elvato come eroe nazionale.

con queste risposte ti elevi proprio a vero studente modello!
A mio parere non hai letto un bel nulla della lettera scritta da quel socialista che denuncia un assassinio arbitrario e vigliacco.
Una delle più grandi ipocrisie di questo Paese proviene proprio da coloro che giornalmente si sciacquano la bocca con paroloni tipo "democrazia", "giustizia", "onestà", ecc, salvo poi inneggiare alla morte altrui. Io credo che tu debba un pò vergognarti, caro Daniele.. Io non auguro mai la morte di quanti la pensano diversamente da me, ma, si sà, da sinistra questo e altro invece è avvenuto e avviene, fuori da qualsiasi analisi storica, giustificazione ideale o morale :02.gif:

Edited by Basileus_I - 3/12/2010, 13:06
 
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sperminetor1991
view post Posted on 2/12/2010, 16:06




CITAZIONE (Basileus_I @ 2/12/2010, 15:58) 
CITAZIONE (sperminetor1991 @ 2/12/2010, 15:28) 
Colui il quale diede quell'ordine dev'essere elvato come eroe nazionale.

con queste risposte ti elevi proprio a vero studente modello!
A mio parere non hai letto un bel nulla della lettera scritta da quel socialista che denuncia un assassinio arbitrario e vigliacco.
Una delle più grandi ipocrisie di questo Paese proviene proprio da coloro che giornalmente si sciacquano la bocca con paroloni tipi "democrazia", "giustizia", "onestà", ecc, salvo poi inneggiare alla morte altrui. Io credo che tu debba un pò vergognarti, caro Daniele.. Io non auguro mai la morte di quanti la pensano diversamente da me, ma, si sà, da sinistra questo e altro invece è avvenuto e avviene, fuori da qualsiasi analisi storica, giustificazione ideale o morale :02.gif:

In guerra è lecito tutto! Lui la fece scoppiare , noi ne pagammo le conseguenze, e lui, altrettanto, pagò le conseguenze del regime di violenza e di morte che aveva istituito.
Assassionio arbitrario , in guerra i soldati ammazzano altri soldati arbitrariamente, quando lo stato è in crisi il potere lo ha chi stringe tra le mani il "fucile", la colpa non è di nessuno se Mussolini perse il suo per strada.

Poi non ci si può certo augurare la morte di qualcuno che è già morto 11111111 come potrei? 111111
 
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view post Posted on 3/12/2010, 12:56
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L'ordine dato da Pertini per uccidere mussolini è ben documentato, io stesso ultimanete, l'ho letto se non erro in un libro di Petacco.
La grande cazzata fatta a ucciderlo continua per il fatto di aver disperso (probabilmente tesoro degli anglosassoni) le importantissime carte che Mussolini portava con se e che lui stesso ne aveva raccomandato la custodia per il futuro dell'italia.
 
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arianna david1
view post Posted on 17/4/2016, 14:15




caro spermatozoo ( un nome , un programma ) Noi paghiamo le conseguenze che Voi avete voluto perdere. Quale peggiore infame , se non pertini, potrebbe andare a piangere il genocida tito.. noto come " l'infoibatore" ? Quale peggior vigliacco potrebbe negare agli esuli istriani, dalmati e giuliani, scappati dalla furia omicida appoggiata dallo stesso pertini e togliatti.. rinchiudendoli per decenni in CONTAINER .. ma con te ho finito, sarebbe come sparare sulla croce rossa ( quella buona) . Riguardo all'articolo , ci sono due precisazioni da fare Nenni venne fatto prigioniero dai camerati in Francia per 24 giorni, il 5 aprile 1943 viene consegnato dagli stessi, ai carabinieri italiani al Brennero con l'ordine di accompagnarlo al confino di Ponza. Tutto questo su ESPRESSA RICHIESTA del suo amico il DUCE . Dopo il massacro di quest'ultimo, e la rivoltante codardia partigiana di quel fine aprile 45, lo stesso Nenni scriverà sull'AVANTI ,circa colui che gli salvò la vita.. " giustizia è stata fatta ! " Perciò deduco che Menni era una merda di uomo. La seconda cosa che volevo dire, è che avete menzionato cani e porci.. ma tra quest'ultima categoria vi siete dimenticati di inserire SECCHIA.. ci sarebbe stato da impallidire .. con i dovuti rispetti ( per il DUCE d'ITALIA )
11111 NOBIS 11111
 
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massimo35
view post Posted on 27/5/2016, 00:24




E' curioso come sandro pertini venga considerato da Grillo e di conseguenza dai suoi sudditi mentali, grillini, come un semi-dio.. Articolo interessante, complimenti, dovrebbero leggerlo i vari Di Maio, Fico, e tutti i sinistrorsi del movimento 5 stelle
 
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laprimatangente
view post Posted on 19/10/2016, 17:44




"Colui il quale diede quell'ordine" avrebbe dovuto essere stato processato.
Processato per l'assassinio di Claretta.
Processato per aver sottratto le importantissime prove che mussolini avrebbe portato per individuare le effettive responsabilità in un regolare processo.
Le finanze della Repubblica Sociale Italiana sono state trafugato e gli stessi partigiani che hanno avuto in custodia Mussolini sono stati assassinati.
Nacque cosî la MADRE DI TUTTE LE TANGENTI. . . .
Fu un atto umanamente atroce, messo in atto esclusivamente per biechi giochi di potere e contrario ai principi della vera resistenza.
Riassumendo: "da un giorno all'altro 40 milioni di fascisti divennero 40 milioni di antifascisti" E.F.
"Gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso al vincitore" W.C.
 
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babbiccia
view post Posted on 5/9/2017, 23:06




Il signor pertini
 
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8 replies since 2/12/2010, 14:52   24064 views
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