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POETI E SCRITTORI DURANTE IL FASCISMO, A scuola ve ne parlano?

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BasileusI
view post Posted on 7/5/2006, 09:50




LA CULTURA E LA SCUOLA ITALIANA DURANTE IL FASCISMO

Sulle pagine del numero speciale “Enciclopedia del Fascismo”, inserto della rivista “Storia illustrata” tempo fa si leggeva un interessante e innovativo articolo di Simonetta Garibaldi dal titolo “Un Ventennio ricco di grandi scrittori e poeti”.
Vi era scritto: “E’ durante il Ventennio fascista che si formano gli scrittori e, soprattutto, i poeti (Ungaretti, Quasimodo, Montale, Saba) più importanti del secolo. Merito, soprattutto, dell’influenza esercitata sui giovani più dotati di talento dal Futurismo, dal Simbolismo e dalle avanguardie che, da Parigi e dalla Germania di Weimar, si irradiano in Italia”.
Una riflessione sorge spontanea: ma, nelle scuole medie superiori e inferiori non s’indottrina lo studente sull’avversione del Fascismo per la cultura, riempiendo le pagine relative ai libri mandati al rogo o alla ferrea censura contro ogni straniera letteratura di pensiero?

“Si manifesta così – proseguiva l’articolista di Storia Illustrataun fermento artistico-letterario accompagnato da un acceso scontro tra chi vuole il ritorno alla tradizione manzoniana (Bacchelli, Emilio Cecchi) e chi, più ribelle e anticonformista, è aperto alle novità: da Giuseppe Bottai (che fu anche Governatore di Roma, n.d.r.) con i collaboratori della sua rivista “Primato”,

a Massimo Bontempelli con il gruppo che si riunisce attorno alla rivista "Novecento
".


E’ soprattutto su queste due riviste che si esercitano i futuri grandi nomi della letteratura.

"A parte si muovono i sostenitori di “strapaese”, che fanno capo alle riviste “Il Selvaggio” di Mino Maccari e "L’Italiano” di Leo Longanesi.

Per contro, non pochi scrittori sono costretti all’esilio (un nome per tutti: Ignazio Silone, sul cui conto, con recenti rivelazioni, si è preteso di gettare un’ombra) o al confino (Cesare Pavese, Carlo Levi, Leone Ginzburg); anche se vi è da registrare la vicenda di Eugenio Montale che, pur avendo firmato il Manifesto Croce contro il Fascismo, può ugualmente dirigere il prestigioso gabinetto Viesseux di Firenze dal 1928 al 1938, chiamatovi addirittura dal federale della città toscana, Alessandro Pavolini. Così come Elio Vittorini è per molti anni il collaboratore de “Il Bargello”, la rivista letteraria fiorentina di Pavolini”
.
“Celeberrime – si legge ancora - le adesioni al Fascismo di nomi illustri della letteratura italiana: in primis Gabriele D’Annunzio e, subito dopo, Luigi Pirandello e Filippo Tommaso Marinetti. Frattanto, Giovanni Gentile, nella grande impresa di dar vita all’Enciclopedia Italiana, non si lascia trascinare dalla passione politica, ma chiama a collaborare scrittori di ogni tendenza, non esclusi irriducibili antifascisti".
“Un caso – si legge ancora – può aiutare a capire il rapporto, in quegli anni, tra letteratura e potere: il caso Moravia. Alberto Moravia (vero nome Alberto Pincherle), nato nel 1907, non è che un esempio – forse il più eclatante – delle centinaia di letterati che trescarono con il Fascismo per poi prenderne le distanze a crollo avvenuto o quando esso si stava profilando. Tra i casi più clamorosi in questo senso vi sono quelli di: Curzio Malaparte, Elio Vittorini, Vasco Pratolini, Guido Piovene, Romano Bilenchi".


Nel romanzo “Il Conformista”, Moravia distrugge moralmente le figure dei suoi cugini Carlo e Nello Rosselli, martiri dell’antifascismo prima in Spagna, poi in Francia, dove vengono uccisi nel 1937. Il 12 marzo dello stesso anno Moravia inizia il giro del mondo in nave come inviato della Gazzetta del Popolo, uno dei grandi quotidiani dell’epoca. Poi, il 7 marzo 1941, sentendosi ingiustamente emarginato per via delle leggi razziali, scrive a Mussolini pregandolo di intervenire per farlo di nuovo scrivere sui giornali più importanti". Ma, recentemente, Elsa Morante, la ex moglie, ha contestato queste vicende, affermando che ella e il marito furono costretti a fuggire e a “nascondersi”... Dove? In Ciociaria...


Edited by Basileus_I - 5/5/2015, 15:52
 
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bombaridere1991
view post Posted on 26/6/2006, 16:33




wow dai primi righi sembra una cosa strainteressante pero è lunga :huh:
vabe se una sera nn terro un cazzo da fare la leggo (improbabile)
 
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il massacratore
view post Posted on 26/6/2006, 18:05




CITAZIONE (bombaridere1991 @ 26/6/2006, 17:33)
wow dai primi righi sembra una cosa strainteressante pero è lunga :huh:
vabe se una sera nn terro un cazzo da fare la leggo (improbabile)

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Bruno Tomasich
view post Posted on 5/3/2012, 10:01




A quel brav'uomo. che alla sera non tiene altro da fare, non consiglio di leggere perché, a chi non è abituato, questo esercizio potrebbe fare male.
Egli ha interpretato esattamente il significato della domanda: ma a scuola ve ne hanno parlato? Sicuramente no e lo si capisce fin troppo bene.
 
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blackmussel
view post Posted on 1/5/2012, 18:19




Chi ha scritto quell'articolo non ha alcuna idea dello scempio culturale attuato dai fascisti in quel periodo, è il più grande insulto alla cultura e al libero pensiero ,
CITAZIONE
Eugenio Montale che, pur avendo firmato il Manifesto Croce contro il Fascismo, può ugualmente dirigere il prestigioso gabinetto Viesseux di Firenze dal 1928 al 1938

Montale grande scrittore non fu cacciato dal gabinetto di Viesseux, perchè nel periodo in cui fece servizio non erano ancora in vigore leggi che costringessero i dipendenti pubblici ad essere iscritti al partito nessuno poteva licenziarlo, solo nel 1938 fu licenziato con la suddetta legge entrata in vigore.I grandi scrittori del fascismo non si sono formati ma sono stati distrutti dalla dittatura altrimenti avrebbero potuto produrre importanti opere e movimenti e rivoluzionare ancora una volta la letteratura italiana, invece di nascondersi sotto un esasperato simbolismo, come al solito la dittatura come la religione ottunde la mente e imprigiona il pensiero, credo che il fascismo abbia solo aiutato l'italia a svilupparsi economicamente, per il resto è stato solo un'offesa contro i più alti valori umani dell'intelletto :bleh.gif:
 
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view post Posted on 3/5/2012, 10:12
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CITAZIONE (blackmussel @ 1/5/2012, 19:19) 
Chi ha scritto quell'articolo non ha alcuna idea dello scempio culturale attuato dai fascisti in quel periodo, è il più grande insulto alla cultura e al libero pensiero ,
CITAZIONE
Eugenio Montale che, pur avendo firmato il Manifesto Croce contro il Fascismo, può ugualmente dirigere il prestigioso gabinetto Viesseux di Firenze dal 1928 al 1938

Montale grande scrittore non fu cacciato dal gabinetto di Viesseux, perchè nel periodo in cui fece servizio non erano ancora in vigore leggi che costringessero i dipendenti pubblici ad essere iscritti al partito nessuno poteva licenziarlo, solo nel 1938 fu licenziato con la suddetta legge entrata in vigore.I grandi scrittori del fascismo non si sono formati ma sono stati distrutti dalla dittatura altrimenti avrebbero potuto produrre importanti opere e movimenti e rivoluzionare ancora una volta la letteratura italiana, invece di nascondersi sotto un esasperato simbolismo, come al solito la dittatura come la religione ottunde la mente e imprigiona il pensiero, credo che il fascismo abbia solo aiutato l'italia a svilupparsi economicamente, per il resto è stato solo un'offesa contro i più alti valori umani dell'intelletto :bleh.gif:

NJon sono pienamente d'accordo. In una dittatura potrebbe esistere tutto e il contrario di tutto, se così desidera il dittatore... Non c'è spazio per uno stato di diritto, che invece a Montale venne in minima parte riconosciuto non privandolo della direzione nonostante avesse sottoscritto il Manifesto di Croce...
A titolo di esempio, però, rivolgo la riflessione su due importanti realizzazioni del Ventennio.

1) L'Accademia d'Italia (clicca QUI), che ebbe un ruolo significativo nel panorama culturale italiano, ma con l'ambizione di estendersi anche all'estero.

2) L'Enciclopedia Treccani , che godette sempre di ampia autonomia. Ti riporto un semplice estratto tratto da Wikipedia, ma riconosciuto anche in altri testi:

«Il filosofo Giovanni Gentile, suo primo direttore scientifico, fu l'animatore della prima edizione dell'Enciclopedia Italiana nel 1925, e a lui si devono in gran parte il livello culturale e l'ampiezza della visione dell'opera. Invitò infatti a collaborare alla nuova impresa 3.266 studiosi, di diverso orientamento, poiché nell'opera si doveva coinvolgere tutta la migliore cultura nazionale, compresi molti studiosi ebrei o notoriamente antifascisti, che ebbero spesso da tale lavoro il loro unico sostentamento . Giovanni Gentile riuscì inoltre a mantenere una sostanziale autonomia nella redazione dell'opera dalle interferenze del regime fascista e dalle pressioni censorie della Compagnia di Gesù».



In campo urbanistico (che pure è espressione di una forma di intellettualità) potettero liberare le loro più alte espressioni in forme artistiche, architettoniche e urbanistiche fior fiori di architetti rinomati in tutto il mondo. In campo aeronautico e navale si conseguirono numerosi record frutto della sapienza culturale e dell'abilità di ingegneri e maestranze. Se ti fai un giro per tutte le città d'Italia (ma anche nelle nostre ex colonie), potrai ammirare molte realizzazioni edili di quella che è stata definita come la corrente di pensiero (architettonico) più di successo dopo il barocco: il Razionalismo italiano (clicca QUI)

Tutto ciò non significa, ovviamente, che debba negarsi il fatto che si viveva in una dittatura che comprimeva la libertà di stampa.

Ritengo però che il tuo errore interpretativo di fondo derivi dal non riconoscere ciò che tutti ormai non negano più: il vastissimo consenso popolare di cui godeva il Fascismo e che è uno dei motivi per i quali, causa speculazioni politiche ed elettoralistiche, non si riesce ancora ad argomentare serenamente per comprendere un periodo della nostra storia nazionale che non appartiene ne alla destra ne alla sinistra, ma agli italiani tutti...
 
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TaldeiTali
view post Posted on 3/5/2012, 20:44




CITAZIONE (Basileus_I @ 3/5/2012, 11:12) 
Tutto ciò non significa, ovviamente, che debba negarsi il fatto che si viveva in una dittatura che comprimeva la libertà di stampa.

Condivido ciò che hai scritto, ma vorrei fermarmi su questo punto.
È interessante confrontare la libertà di stampa di allora con quella attuale.
Le limitazioni riguardavano:
- l'italianizzazione dei termini (es.: tramezzino anzichè sandwich)
- il divieto di disfattismo (oggi sembra obbligatorio)
- il divieto di propaganda anti-fascista (oggi è divieto di propaganda Fascista)
Riguardo ai libri nelle biblioteche, la censura consisteva nello spostare i volumi censurati in una stanza della biblioteca fuori dalla vista del pubblico, ma potevano essere consultabili in caso di richiesta.
Riguardo all'editoria, i giornali di opposizione non furono totalmente oscurati; i periodici di Bombacci, per esempio, poterono liberamente essere letti letti e distribuiti.
 
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view post Posted on 4/5/2012, 11:36
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CITAZIONE (TaldeiTali @ 3/5/2012, 21:44) 
CITAZIONE (Basileus_I @ 3/5/2012, 11:12) 
Tutto ciò non significa, ovviamente, che debba negarsi il fatto che si viveva in una dittatura che comprimeva la libertà di stampa.

Condivido ciò che hai scritto, ma vorrei fermarmi su questo punto.
È interessante confrontare la libertà di stampa di allora con quella attuale.
Le limitazioni riguardavano:
- l'italianizzazione dei termini (es.: tramezzino anzichè sandwich)
- il divieto di disfattismo (oggi sembra obbligatorio)
- il divieto di propaganda anti-fascista (oggi è divieto di propaganda Fascista)
Riguardo ai libri nelle biblioteche, la censura consisteva nello spostare i volumi censurati in una stanza della biblioteca fuori dalla vista del pubblico, ma potevano essere consultabili in caso di richiesta.
Riguardo all'editoria, i giornali di opposizione non furono totalmente oscurati; i periodici di Bombacci, per esempio, poterono liberamente essere letti letti e distribuiti.

avrei voluto anche io inserire un paragone con quella che viene definità la odierna libertà di stampa, ma non l'ho fatto per non appesantire il precedente post. Peraltro, se all'epoca l'editoria era controllata dallo Stato, oggi è controllata dalla grande finanza e, come disse Mussolini, tra le due è forse da privilegiare la prima. In realtà, i quotidiani e la stampa in generale dovrebbero non dipendere da nessuno, ma forse è pura e semplice utopia..
 
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TaldeiTali
view post Posted on 4/5/2012, 16:11




Lo stesso Benito Mussolini dichiarò in un discorso tenuto il 10 ottobre 1928 ai direttori dei giornali:

“In un regime totalitario, come deve essere necessariamente un regime sorto da una rivoluzione trionfante, la stampa è un elemento di questo regime, una forza al servizio di questo regime; in un regime unitario, la stampa non può essere estranea a questa unità. Ecco perché tutta la stampa italiana è fascista e deve sentirsi fiera di militare compatta sotto le insegne del littorio.
Partendo da questo incontrovertibile dato di fatto, si ha immediatamente una bussola di orientamento per quanto concerne l’attività pratica del giornalismo fascista. Ciò che è nocivo si evita e ciò che é utile al regime si fa… Le vecchie accuse sulla soffocazione delle libertà di stampa da parte della tirannia fascista non hanno più credito alcuno. La stampa più libera del mondo intero è la stampa italiana. Altrove i giornali sono agli ordini di gruppi plutocratici, di partiti, di individui; altrove sono ridotti al compito gramo della compravendita delle notizie eccitanti, la cui lettura reiterata finisce per determinare nel pubblico una specie di stupefatta saturazione, con sintomi di atonia e di imbecillità; altrove i giornali sono ormai raggruppati
nelle mani di pochissimi individui, che considerano il giornale come una industria vera e propria, tale e quale l’industria del ferro e del cuoio. Il giornalismo italiano è libero perché serve soltanto una causa e un regime; è libero perché, nell’ambito delle leggi del regime, può esercitare, e le esercita, funzioni
di controllo, di critica, di propulsione.”

(tratto da “La voce del Duce” di Romano Canosa)
 
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view post Posted on 4/5/2012, 17:35
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CITAZIONE (TaldeiTali @ 4/5/2012, 17:11) 
Lo stesso Benito Mussolini dichiarò in un discorso tenuto il 10 ottobre 1928 ai direttori dei giornali:

“In un regime totalitario, come deve essere necessariamente un regime sorto da una rivoluzione trionfante, la stampa è un elemento di questo regime, una forza al servizio di questo regime; in un regime unitario, la stampa non può essere estranea a questa unità. Ecco perché tutta la stampa italiana è fascista e deve sentirsi fiera di militare compatta sotto le insegne del littorio.
Partendo da questo incontrovertibile dato di fatto, si ha immediatamente una bussola di orientamento per quanto concerne l’attività pratica del giornalismo fascista. Ciò che è nocivo si evita e ciò che é utile al regime si fa… Le vecchie accuse sulla soffocazione delle libertà di stampa da parte della tirannia fascista non hanno più credito alcuno. La stampa più libera del mondo intero è la stampa italiana. Altrove i giornali sono agli ordini di gruppi plutocratici, di partiti, di individui; altrove sono ridotti al compito gramo della compravendita delle notizie eccitanti, la cui lettura reiterata finisce per determinare nel pubblico una specie di stupefatta saturazione, con sintomi di atonia e di imbecillità; altrove i giornali sono ormai raggruppati
nelle mani di pochissimi individui, che considerano il giornale come una industria vera e propria, tale e quale l’industria del ferro e del cuoio. Il giornalismo italiano è libero perché serve soltanto una causa e un regime; è libero perché, nell’ambito delle leggi del regime, può esercitare, e le esercita, funzioni
di controllo, di critica, di propulsione.”

(tratto da “La voce del Duce” di Romano Canosa)

beh, ci sono argomentazioni condivisibili e altre che è difficile ritenere credibili, soprattutto per ciò che concerne l'attività interna di controllo, critica e propulsione..
Grazie comunque per questa finestra che ci apri :)
 
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blackmussel
view post Posted on 5/5/2012, 18:28




Perdonate la mia non adesione ai vostri pensieri, ritengo obbiettivamente che la politica del duce abbia dato un risvolto sia all'economia italiana, sia alla società e al benessere dei cittadini, ma non sono daccordo alla violenza e alla massificazione attuata dal regime, e al modo con cui i valori del fascismo sono stati affermati, dissento fortemente perchè ritengo che le dittature siano sempre dei governi di controllo volti a omologare gli individui di una società. Ora può darsi che non sia abbastanza dotato di conoscenze per esprimere un opinione certa, ma ho ascoltato le voci delle persone che vissero quel periodo. Ad esempio, mio nonno mi racconta sempre di come suo padre, sia stato perseguitato e picchiato più volte per aver stampato volantini contro le decisioni politiche del regime, era vicino al partito socialista e, anche non facendone parte, tante volte doveva rifugiarsi nelle masserie abbandonate per non essere massacrato dalle squadre di azione. Mio bis-nonno scriveva, pur essendo un uomo di campagna, credeva fortemente nel libero pensiero e non si senti assolutamente libero di esprimersi durante quel periodo storico come racconto ai suoi figli, fu sempre contro al regime fin dalla sua affermazione proprio per l'arroganza e la prepotenza con cui si affermò

vi prego di ribattere qualora siate contrati alle mie affermazioni

Grazie
 
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view post Posted on 5/5/2012, 18:45
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CITAZIONE (blackmussel @ 5/5/2012, 19:28) 
Perdonate la mia non adesione ai vostri pensieri, ritengo obbiettivamente che la politica del duce abbia dato un risvolto sia all'economia italiana, sia alla società e al benessere dei cittadini, ma non sono daccordo alla violenza e alla massificazione attuata dal regime, e al modo con cui i valori del fascismo sono stati affermati, dissento fortemente perchè ritengo che le dittature siano sempre dei governi di controllo volti a omologare gli individui di una società. Ora può darsi che non sia abbastanza dotato di conoscenze per esprimere un opinione certa, ma ho ascoltato le voci delle persone che vissero quel periodo. Ad esempio, mio nonno mi racconta sempre di come suo padre, sia stato perseguitato e picchiato più volte per aver stampato volantini contro le decisioni politiche del regime, era vicino al partito socialista e, anche non facendone parte, tante volte doveva rifugiarsi nelle masserie abbandonate per non essere massacrato dalle squadre di azione. Mio bis-nonno scriveva, pur essendo un uomo di campagna, credeva fortemente nel libero pensiero e non si senti assolutamente libero di esprimersi durante quel periodo storico come racconto ai suoi figli, fu sempre contro al regime fin dalla sua affermazione proprio per l'arroganza e la prepotenza con cui si affermò

vi prego di ribattere qualora siate contrati alle mie affermazioni

Grazie

è una testimonianza rispettabilissima, peraltro non isolata. A mio parere c'è da dire che oggi sono cambiati i sistemi ma non gli intenti: se il sistema ti vuole emarginare e ucciderti moralmente riesce a farlo col sorriso sulle labbra della cosiddetta mafia dei colletti bianchi. Il regime fascista era una forma di totalitarismo (che presuppone, più che una massificazione delle masse, la loro trasformazione in un monolite compatto col quale affrontare i gravi disagi internazionali dell'epoca. In quesgli anni, l'Italia era ancora in una fase risorgimentale, da più parti osteggiata (Francia e Gran Bretagna) e tale da obbligare a una scelta: genuflettersi al predominio franco-inglese (Suez, Malta e Gibilterra erano gli avamposti di questo dominio) oppure fronteggiarlo per abbatterlo. E per far ciò l'Italia, che come la Germania e l'Unione Sovietica era uno stato nuovo, doveva recuperare molti ritardi in breve tempo, cosa possibile solo con un regime di tipo totalitario che sicuramente non sarebbe sopravvissuto dopo l'eventuale conseguimento del successo :)
 
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11 replies since 7/5/2006, 09:50   25930 views
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